“A proposito di … gastroprotettori”

“Con tutte queste medicine mi servirà un gastroprotettore…”, ma anche “Mi dia un gastroprotettore!” e persino “Un coprente gastrico, per favore”: sono richieste frequenti in farmacia.

Un farmaco che “protegge” appare immediatamente rassicurante, consente di evitare possibili danni, in particolare quelli causati da altri farmaci, perché farne a meno?

Non vogliamo certo criticare il desiderio di protezione, però è senz’altro opportuno capire cosa sono e cosa fanno, per farne un uso appropriato.

I gastroprotettori sono un gruppo di farmaci il cui scopo è quello di proteggere la mucosa gastrica, contrastando la secrezione e gli effetti dell’acido cloridrico prodotto dalle cellule della parete dello stomaco. Ci sono tanti modi per raggiungere questo scopo: è questo il motivo per cui esistono tante classi di farmaci, ognuna con le sue caratteristiche di efficacia, meccanismi d’azione e controindicazioni.

Per capire meglio a cosa servono questi prodotti dobbiamo prima inquadrare il problema.

1) Proteggere da cosa?

In primo luogo, è utile ricordare che nello stomaco vengono prodotti acido e pepsina, necessari ai processi digestivi (sono una difesa rispetto a molte infezioni). L’acido deriva da cellule specializzate e riversato nel lume gastrico (lo spazio interno dove arrivano i cibi stimolano la produzione, come pure la distensione delle pareti gastriche e la composizione chimica del contenuto.

La presenza di un’elevata concentrazione di acido nello stomaco richiede opportuni meccanismi di difesa dell’esofago, il tratto di tubo digerente che precede lo stomaco, e delle stesse pareti gastriche.

A impedire la risalita del contenuto verso l’esofago è lo sfintere esofageo inferiore (cardias), che agisce come una valvola che permette l’ingresso del cibo nello stomaco, ma ne ostacola la fuoriuscita, mentre le pareti dello stomaco sono protette per mezzo della secrezione di muco, che forma uno strato di gel insolubile, e dalla produzione di bicarbonato, che neutralizza l’acido in prossimità delle cellule della parete.

La produzione di acido e dei fattori protettivi è mantenuta in equilibrio da una complessa regolazione, per consentire il corretto funzionamento dello stomaco ed evitare danni.

2) Quando l’equilibrio si altera

Un’alterazione dell’equilibrio può determinare l’insorgenza di sintomi (dolore e bruciore, ma anche altro) e portare danni alla mucosa gastrica (a esempio lo sviluppo di ulcere, con possibili pericolosi sanguinamenti, alterazione che può avvenire spontaneamente o essere favorita da comportamenti, alimentari e non solo, scorretti e anche dall’uso di alcuni medicinali).

I farmaci antinfiammatori (Fans), a esempio, determinano una riduzione della produzione di talune sostanze che sono coinvolte nei processi infiammatori (quindi la loro riduzione è un effetto utile), ma anche nella produzione del muco gastrico (questo effetto è dannoso, perché riduce una difesa dello stomaco).

Anche altri medicinali possono, con meccanismi diversi, determinare un maggior rischio di danni alla mucosa gastrica, in particolare se la terapia è di lunga durata.

3) Quali rimedi

Il primo approccio a questi problemi è di tipo comportamentale: sono da evitare pasti troppo abbondanti, cibi grassi, bevande alcoliche e gassate, caffè e alcuni alimenti (cioccolato, menta, cibi piccanti ecc.). Anche il sovrappeso e il fumo sono fattori che predispongono a questi disturbi e andrebbero evitati.

Si può intervenire con farmaci che “proteggono” la mucosa gastrica dai danni che, a seconda delle situazioni, possono essere assunti autonomamente oppure devono essere prescritti dal medico (potrà procedere a una valutazione più approfondita del problema).

4) Quali farmaci

Si possono raggruppare in base al loro meccanismo d’azione.

Farmaci che riducono la secrezione di acido
Possono agire in due modi: agendo sul meccanismo molecolare che produce l’acido (sono gli “inibitori della pompa protonica”, riconoscibili dal suffisso “prazolo” nel loro nome) o su recettori che ne modulano il rilascio (sono gli “antagonisti H2”, i farmaci che hanno rivoluzionato la terapia dell’ulcera gastrica, oggi meno usati).

Antiacidi
Tamponano l’acido presente nello stomaco, l’effetto insorge rapidamente e dura due o tre ore; sono usati soprattutto nel trattamento sintomatico dell’iperacidità occasionale.

Alginati
A contatto con l’acido formano uno strato che si colloca nella parte superiore del contenuto dello stomaco, impedendo il reflusso acido; sono utili soprattutto nel reflusso gastroesofageo.

Mucopolisaccaridi naturali
Hanno un effetto protettivo sulla mucosa, contrastando sintomi come bruciore e acidità; sono utilizzati soprattutto in integratori e dispositivi medici.

5) In pratica, cosa si deve fare?

Si tratta di farmaci sicuri ed efficaci, ma, come tutti i medicinali, vanno usati in modo appropriato e non se ne deve abusare, per non andare incontro a effetti collaterali.

  • Non utilizzare un gastroprotettore ogni volta in cui si deve assumere un altro medicinale, che generalmente non ha alcun effetto negativo sullo stomaco; assumere inutilmente un medicinale in più può solo essere dannoso.
  • Utilizzare i farmaci da automedicazione nelle situazioni appropriate, ovvero in caso di disturbi lievi e di breve durata, avvalendosi del consiglio del farmacista per scegliere il più adatto.
  • Consultare il medico se i sintomi sono di maggiore entità e il problema perdura a lungo.
  • Non utilizzare farmaci con obbligo di prescrizione solo perché sono stati indicati per familiari o conoscenti in cui riconosciamo i nostri stessi sintomi

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